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L’artista tedesca Sandra Hauser (Bad Aibling, Baviera, 1983) è stata invitata a pensare a un’opera d’arte pubblica che interpretasse la storia passata e presente di Matera, rendendo omaggio al territorio lucano ed entrando in contatto con la comunità per renderla partecipe di una creazione collettiva.
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Nel corso di una residenza durata un mese (15 ottobre - 15 novembre 2019) Sandra
Hauser ha lavorato a stretto contatto con il sarto ivoriano Sy Savane Ibrahim, della Silent Academy del Sicomoro
per produrre sette sipari in sette tessuti e colori diversi da posizionare in
sette luoghi della città e dei suoi dintorni. Ai laboratori hanno partecipato alcuni
ospiti della Residenza Brancaccio (Rina Pentasuglia, Mariangela Caruso e
Nicoletta Papapietro) e fondamentale è stato l'intervento di due sarte materane
(Maria Nicoletti e Nicoletta Papapietro), eredi dell'antica tecnica della
sartoria, fortemente radicata e praticata nella storia dell'artigianato materano.
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L’artista, poliedrica sperimentatrice di
differenti linguaggi, ha tratto linfa dalla straordinaria continuità
storica delle tradizioni che si sono succedute nel territorio, venendo a
contatto con le storie e le leggende di chi a Matera ha sempre vissuto e
con l’esperienza di Sy Savane Ibrahim, arrivato
nella città dei Sassi in tempi recenti, portando con sé un preziosissimo
bagaglio di abilità e conoscenze.
Un creativo scambio di idee e di emozioni ha caratterizzato la
residenza; un “matrimonio” tra culture diverse ha aperto uno spazio
comune di lavoro e ideazione.
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I sette sipari si impongono allo spettatore come vere e proprie opere scultoree, realizzate alcune in seta, delicate e trasparenti trame mosse dal vento, altre con tessuti più spessi, i cui colori e i cui insoliti drappeggi si armonizzano o pongono in contrasto con ciò che li circonda.
Tanto peggio, tanto meglio: un titolo militante, quello scelto dall’artista, citazione di un articolo dell’anarchico Errico Malatesta, motto di origine marxista, che incita al miglioramento della propria condizione.
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I sette sipari si impongono allo spettatore
come vere e proprie opere scultoree, realizzate alcune in seta, delicate e
trasparenti trame mosse dal vento, altre con tessuti più spessi, i cui colori e
i cui insoliti drappeggi si armonizzano o pongono in contrasto con ciò che li
circonda.
Tanto
peggio, tanto meglio: un titolo militante, quello scelto
dall'artista, citazione di un articolo dell'anarchico Errico Malatesta, motto
di origine marxista, che incita al miglioramento della propria condizione.
Il percorso di visita si articolerà dai Sassi al Borgo La Martella, dal MUSMA a quella che era considerata l'estrema periferia della città: luoghi pubblici, ma anche spazi di privati cittadini che si sono generosamente prestati ad accogliere le opere. Sono luoghi magici, fonti di emozioni per la Hauser che, guidata da talento e ispirazione, ha disegnato un percorso denso di significato, carico di storie e di Storia.
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SANDRA HAUSER - CENNI BIOGRAFICI
Dopo
la laurea in Arti Visive e Scultura presso l’Accademia di Monaco, dove
suoi insegnanti sono Hans Op de Beeck e Stephan Huber, ha intrapreso un
percorso artistico che spazia dalla video – arte alla performance, dalla
fotografia, al disegno alla scultura, alla pittura. Un’eterogeneità di
mezzi che la porta a esplorare le emozioni e i drammi dell’uomo
attraverso un linguaggio concettuale.
Nella sua pratica artistica sono importanti correnti quali il dilettantismo universale e il realismo soggettivo. Nel 2011 è stata ospite della classe di scultura di Gregor Schneider alla Universität der Künste di Berlino. In occasione della personale Sometimes I come, Sometimes I go, but Which is Which, I Don’t Know......Sometimes I am, Sometimes I’m Not, But Which is Which, I Forgot alla Kunstverein di Rosenheim, nel 2014, è stato pubblicato il suo primo catalogo personale con una borsa di studio del ministero della Baviera per arte, scienze e cultura, il sostegno della LfA Förderbank Bayern e della Deutsche Bank. Ricordiamo la sua ultima personale (2018/2019) Mein Schwein! alla Galerie Sandra Bürgel a Berlino e la Residenza Wunderkammern al Museo Dhondt-Dhaenens di Sint-Martens-Latem. Vive e lavora tra Monaco e Berlino.
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