Nicola Carrino
Progetto e scultura. Dalla città disegnata al disegno della città. 1950 - 2010
MUSMA, 24 aprile – 10 giugno 2010
Sabato 24 aprile, alle ore 18.00, nelle sale del MUSMA destinate alle
mostre termporanee, si è inaugurata l’antologica dedicata a Nicola
Carrino, nell’ambito del programma destinato ai protagonisti del “Gruppo
UNO”. Infatti, negli anni scorsi si sonno avvicendati Nato Frascà e
Pasquale Santoro, la prossima stagione vedrà la presenza di Giuseppe
Uncini. L’esposizione, curata da Giuseppe Appella, su progetto
minuziosamente analizzato dall’artista che, per l’occasione, ha
preparato un testo che illumina i 60 anni di impegno spesi a favore
delle città come dimensione umana e urbanistica, accoglie 36 opere:
sculture in ferro, acciaio e travertino, dipinti, disegni, fotografie
datate 1954-2010. Il lavoro di Carrino è incentrato nella comprensione
delle problematiche legate alla connessione del contemporaneo ai
contesti storici, partendo dall’analisi della sua città natale e
continuando nei suoi studi in altre città italiane ed estere, sino in
Portogallo. È dal 1967 che Carrino opera nello spazio ambientale in
contesti architettonici ed urbani, con sculture modulari in metallo,
preminentemente in ferro o acciaio inox, componibili e trasformabili, in
forme chiuse o aperte, in relazione libera o progettuale allo spazio.
Modularità, componibilità e trasformabilità solo le caratteristiche
imprescindibili della sua personale ricerca artistica: «La scultura non è
l’oggetto in sé quanto la somma delle trasformazioni operate nel tempo e
nello spazio», afferma Carrino. «L’oggetto deve essere ricostruito per
quello che è ogni volta che lo si guarda. Lo si vive. Ricostruito o
costruito, inventato o reinventato. Il fruitore diviene creatore, segue
il fare e il farsi dell’oggetto». Nato a Taranto nel 1932, dopo aver
conseguito la maturità classica nel 1951, Carrino si iscrive alla
Facoltà di Ingegneria. Il suo avvicinamento all'arte lo porta ad esporre
per la prima volta in una mostra collettiva a Taranto nel 1952. Nel
1958 è a Lecce dove inaugura la sua prima mostra personale. Alla fine
degli anni Cinquanta si orienta verso le ricerche informali e materiche,
utilizzando materiali spesso recuperati o prodotti della civiltà
industriale, assemblandoli in composizioni rigorosamente geometriche che
mettono in risalto la materia più che il colore. Carrino abbandona
ben presto l’informale per rivolgersi all'organizzazione minimale
dell'opera, alle relazioni che l'oggetto stabilisce con lo spazio che
lo circonda, dando risalto alla interazione tra opera, ambiente e
spettatore, che diventa parte attiva nell'operazione estetica, spesso
intesa come provocazione sociale. Nel 1962, a Roma, è tra i fondatori
del “Gruppo UNO” con Biggi, Frascà, Pace, Santoro, Uncini con i quali
partecipa a numerose mostre collettive. Dopo quest’esperienza, durata
fino al 1967, sollecitata dalla necessità di ricostruire i linguaggi
dell’arte condotti al grado zero dall’informale, riallacciando le
indagini interrotte di De Steel e del Bauhaus, intraprende una personale
ricerca artistica e nel 1969 compie il passo decisivo verso una
configurazione autonoma del proprio lavoro con la realizzazione dei
Costruttivi Trasformabili, elementi modulari di metallo che, assemblati,
possono dare luogo a processi di innumerevoli configurazioni. A partire
dal 1970 progetta e realizza opere pubbliche a carattere
architettonico. Vincitore del Premio Internazionale alla XI Biennale di
San Paolo del Brasile nel 1971, è stato presente in importanti
esposizioni (Biennale dei Giovani a Parigi, 1967; Biennale di Venezia,
1966, 1970, 1976, 1986, Quadriennale di Roma, 1965, 1973, 1986, 1999;
Biennale di San Paolo del Brasile, 1971, 1979). Dal 1961 insegna presso
vari istituti, tra cui l'Istituto Superiore di Disegno Industriale a
Roma e le Accademie di Belle Arti di Lecce, Bari e Frosinone. Dal 1993 è
membro della Accademia Nazionale di San Luca. Dal 2009 è membro
dell’Academia Nacional de Bellas Artes di Buenos Aires. Nel biennio
2009-2010 è Presidente dell’Accademia Nazionale di San Luca.Il MUSMA,
nelle sue collezioni, conserva due opere di Nicola Carrino: Costruttivo
2/87, un ferro del 1987 esposto nell’ipogeo n.1, e Costruttivo Matera
2007, realizzato interamente in tufo, quale omaggio alla città dei
Sassi, nel 2007, durante la seconda giornata europea del
contemporaneo. In parallelo, una mostra di immagini e documenti verrà
allestita nella Biblioteca Scheiwiller per ripercorrere in sintesi la
vita e le esperienze di Carrino, dalla Taranto del Circolo Jonico di
Cultura al Premio Rinascita del 1952, al Concorso per il Monumento a
Paisiello, vinto da Franchina e mai realizzato, che poneva il problema
dell’arte astratta e della scultura monumentale, ai molti viaggi per
confrontarsi in altri contesti, al contributo portato al “Gruppo UNO”
(l’idea geometrica della Magna Grecia, la forza del Romanico, la luce
della Puglia sul bianco delle architetture), allo sviluppo negli anni
dei costruttivi “secondo la dialettica fare-disfare energetico della
materia scultura, similmente al dinamico fluire del mare”, al progetto
di facciata per il Complesso Corviale IACP di Roma e al progetto di uno
spazio abitativo per la nuova città di Arcevia, al progetto
architettonico del Cubo Albornoz casa dell’artista a Spoleto, al
riassetto di Piazza Fontana a Taranto nei progetti di recupero della
Città Vecchia, esperienza, quest’ultima, precorritrice delle
problematiche di connessione del contemporaneo ai contesti
storici.
In occasione della mostra, gli alunni delle Scuole di ogni ordine e
grado potranno partecipare al progetto didattico intitolato
"Trasformabilità. Inventa e realizza un Costruttivo Trasformabile
sull’esempio di Nicola Carrino”, che mira a far comprendere la ricerca
metodologica dell’artista, valutata non solo nel campo della
progettazione formale ma anche in quello della correlazione tra il
momento operativo e il momento fruitivo dell’operazione estetica, e a
cimentarsi, partendo dall’individuazione di un modulo-oggetto, nella
“costruzione” di una struttura, ovvero il sistema di relazioni fra
moduli che può dar luogo a innumerevoli configurazioni. Gli alunni
potranno così sperimentare, sull’esempio di Carrino, come la scultura è
la somma del mutare e delle trasformazioni, una scultura come «struttura
che si struttura e ristruttura», il cui blocco finito, la
sovrapposizione ordinata degli elementi modulo-scultura, contiene in sé
tutte le possibilità della forma, nei suoi possibili sviluppi, al fine
di una acquisizione consapevolmente critica della realtà e della sua
necessità evolutiva.
Il Progetto si può visionare sul sito www.musma.it alla voce
"Didattica".
La mostra è inserita nel programma della XII Settimana della Cultura
promossa dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali
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