Roberto Almagno
Aquino (FR) 1954
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Baira, 1993 - 1994
legno, cm 167 x 179 x 90
Donazione R. Almagno, Roma
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Roberto Almagno è uno dei più originali e noti scultori del panorama artistico contemporaneo, da alcuni anni molto attivo anche sulla scena europea.
Si trasferisce nel 1968 a Roma dove frequenta l’Istituto Statale d’Arte, sezione scultura in pietra con il maestro Giuseppe Mazzullo. Sono gli anni dei disegni e di una ricerca essenzialmente figurativa. Nel 1970 riceve la sua prima commissione ufficiale per realizzare un grande altorilievo in legno sul tema della natività. L’opera, eseguita con le traverse di quercia dei binari ferroviari viene esposta alla Stazione Termini di Roma. Nel 1971 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma dove segue i corsi di scultura tenuti da Pericle Fazzini. Quest’incontro condizionerà il suo allontanamento dalla scultura tradizionale.
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L’opera più significativa del maestro è per lui Ragazzo con gabbiani, nella quale scopre la necessità di una leggerezza emotiva e di una resa ascensionale delle forme. Dal
1972 lavora insieme a Giuseppe Mazzullo producendo soprattutto sculture
in pietra che verranno presentate, tra la metà degli anni Settanta e i
primissimi anni Ottanta in una serie di esposizioni collettive e nella
sua prima mostra personale a Livorno, alla galleria “Arte idee”, nel
1976, dove espone cinque sculture in ferro e in pietra e venticinque
disegni. In quegli anni realizza anche, per l’Istituto Bancario San
Paolo di Torino, due cartelle di serigrafie presentate da Guido Giuffrè.
Agli inizi degli anni Ottanta decide di interrompere l’attività
espositiva per dedicarsi ad indagini e sperimentazioni sulla materia.
Del 1981 sono una serie di opere realizzate con schegge di pietra,
disposte per terra a creare forme diverse, simili a reperti di arte
primitiva.
Dal 1982 inizia ad utilizzare nuovi materiali quali il tufo, le fibre
vegetali, il fango, la stoppia colorata con anilina, la cera, la stoffa
e soprattutto il legno, che diviene il suo materiale prediletto,
retaggio di un’antica attività artigiana che ha influenzato l’artista
nella sua infanzia trascorsa con il padre e il nonno, entrambi fabbri.
La conoscenza di questo mezzo è assoluta, lo domina, lo piega a tutte le
contorsioni della fantasia e, nello stesso tempo, lo lascia libero di
esprimere tutte le sue qualità intrinseche. Le sculture di Almagno
nascono nei boschi, sceglie e raccoglie rami di legno diversi, per poi
dirozzarli con la raspa e lavorarli con il fuoco e l’acqua, levigandoli e
incurvandoli fino a ottenerne delicatissimi segni-oggetto, forme eteree
e vibranti di straordinaria musicalità. La ricerca costante del suo
ormai lungo percorso è di togliere peso alla materia per raggiungere
forme essenziali e nello stesso tempo cariche di energia. Il segno scuro
del legno si innalza nello spazio o si distende al suolo per costruire
traiettorie, percorsi che non portano a risposte definitive, ma tentano
di dare un ritmo e un ordine al caos dell’esistente, tracciano una
danza che riempie i vuoti con una presenza insieme forte e sfuggente.
Influenzata, all’origine, dal Giacometti surrealista e filiforme, da
Noguchi, Calder, Melotti e David Smith e soprattutto dal suo maestro,
Pericle Fazzini, quella di Almagno è un’arte profondamente spirituale,
rarefatta, un “lento esercizio di meditazione”, una scultura
“solitaria”, lontana dalle correnti della sua generazione. Dopo più di
dieci anni di silenzio, Almagno torna ad esporre nel 1992 in una mostra,
alla Galleria L’isola di Roma, che apre la stagione matura della sua
opera, con lavori eseguiti dal 1986 al 1991, dai titoli, per esempio
Kalpadruma, ispirati dalla cultura orientale, indiana, cinese e nei
quali emerge chiaramente una tecnica di lavorazione del legno
perfezionata negli anni e utilizzata dall’artista ancora oggi. Nei primi
anni Novanta prende parte a una serie di personali e collettive in giro
per l’Italia. È del 1995 la scultura Ceneri, in cui trova piena
realizzazione quel distendersi delle forme dello spazio che diventeranno
un segno distintivo della sua arte. Vertigine, Scandaglio, Abissi del
1996, Flutto (1998-99) e Memoria (1997-200) concretizzeranno questa idea
della forma. Nel 1996 partecipa al Premio Marche. Biennale d’arte
Contemporanea ed espone alla XII Quadriennale d’arte di Roma. Nel 1997
riprende intensamente a disegnare. Tre disegni vengono esposti in
quell’anno al Museo archeologico di Cagli, in occasione della
presentazione presso il Centro per la Scultura Contemporanea. Torre
Martiniana” della città marchigiana, dell’opera Equilibrio. Nel 2001
presenta, a cura di Giuseppe Appella, l’opera Il Presepe foresta, al
circolo La Scaletta di Matera. Si susseguono in quegli anni collettive e
personali. Tra il 2003 e il 2004 invia le sue sculture all’estero: a
Bruxelles, al Parlamento europeo, nella mostra “Futuro italiano” a cura
di Lorenzo Canova e nell’esposizione Roma Punto Uno, mostra itinerante
tra Corea, Giappone e Malesia. Nel 2006 un’importante personale è
ospitata a Roma a Palazzo Venezia, dove l’artista presenta un’unica
grande opera dal titolo Sciamare. Nel 2012 espone alla Galleria
Rosenfeld di Londra e nel gennaio 2013 all’Istituto Italiano di Cultura a
Strasburgo. Le sculture di Almagno sono presenti nella collezione di
Palazzo Massari a Ferrara, del Centro per la Scultura Contemporanea
Torre Martiniana di Cagli, del MuMi di Francavilla al Mare, del
Ministero degli Esteri alla Farnesina a Roma, della Banca Nazionale del
Lavoro e della Nissan Italia, oltre che in numerose raccolte private. A
Matera è tra gli artisti del “Periplo della Scultura Italiana
Contemporanea II” nella XIII edizione de “Le Grandi Mostre nei Sassi”
organizzata dal Circolo culturale La Scaletta nelle chiese rupestri di
Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci. La mostra, allestita dal 24
giugno al 1° ottobre 2000, è curata da Giuseppe Appella, Pier Giovanni
Castagnoli e Fabrizio D’Amico. Dal 14 al 19 febbraio 2014, ha esposto al
MUSMA disegni ispirati dalle poesie d’amore di alcuni tra i maggiori
poeti della storia della letteratura dell’Otto-Novecento, realizzati
appositamente per la mostra “cARTEggi d’amore”.
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Contributi video:
Rai Cultura: Roberto Almagno
Rai cultura: Roberto Almagno:Trame
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