Vincenzo Gaetaniello
Pomigliano d'Arco (NA) 1935
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Le meteore, 1972
legno, cm 163 x 120 x 120
Donazione V. Gaetaniello, Roma
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Allievo dello scultore fiorentino Lelio Gelli, che, a sua volta, aveva avuto come maestro Libero Andreotti, Vincenzo Gaetaniello, nei primi anni di carriera, lavora a Napoli, sua città natale che, con i suoi miti saldamente legati alla terra, le sue tradizioni, le sue pietre vulcaniche, sarà costantemente presente nel suo percorso artistico. Nel 1962 Gaetaniello si trasferisce a Roma, dove per diversi anni è stato titolare della cattedra di Decorazione Plastica all’Accademia di Belle Arti.
Nelle sue opere Gaetaniello racconta il quotidiano, dagli aspetti più ordinari a quelli straordinari della lotta e della conquista della libertà. |
Cronista della contestazione degli anni Settanta, l’artista
napoletano diventa cantore del racconto di un contrasto sociale
universale e della violenza che, in ogni parte del mondo, si genera
dalle prevaricazioni dell’uomo sull’uomo.
Le sue sculture partono da un’attenta osservazione della realtà, in
particolare del mondo cittadino e dei suoi fatti di cronaca che egli
riporta in figure umane imponenti o minuscole, dai volti deformati o
schiacciati, con bandiere libere nel vento e striscioni che si snodano
nei grandi pannelli. Le figure scolpite con una sensibile sapienza
artigiana, sia pur talvolta tozze e sgraziate, sprigionano una tenerezza
e una misurata grazia, sono nobili frammenti di umanità. Vive e lavora
a Roma.
“Napoletano dell’entroterra, non alto, solido, le mani e le
spalle capaci, viso roseo e rotondo, lo sguardo costantemente in
allarme, spesso furbesco…un ingenuo che non si lasciava fregare…il
ragazzo Vincenzo da Pomigliano d’Arco la timidezza se lo mangiava”.
Vasco Pratolini
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