Medardo Rosso
Torino 1858 – Milano 1928
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Il birichino, 1883
bronzo, cm 31,5 x 19,5 x 24,5
Donazione A. Kalczyńska Scheiwiller, Milano
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Medardo Rosso nasce a Torino il 21 giugno 1858. Si trasferisce a Milano con la famiglia nel 1870, dove dal 1875 al 1879 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera. I suoi primi lavori tendono alla «ricerca del vero» come adesione al dato ottico, comprensiva delle qualità psicologico-caratteriali del ritratto, e si connotano subito per la scelta di temi contemporanei: emarginati, la gente comune, la vita moderna
Riprende gli studi nel 1882 dopo il servizio militare, partecipa all'Esposizione di Belle Arti e l'anno seguente viene espulso dall'Accademia per le sue proteste contro i metodi d’insegnamento. In questi primi anni risente dell'influenza della Scapigliatura milanese e di Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, ma soprattutto di Giuseppe Grandi. Nel 1883 partecipa all'Esposizione Internazionale di Belle Arti a Roma e nel 1885 al Salon des Champs Elysées a Parigi. Nello stesso anno sposa Giuditta Pozzi. Nel 1886 presenta alcune opere al Salon des Indépendants, e l'anno seguente partecipa all'Esposizione Nazionale Artistica a Venezia. Nel 1888 espone, invece, a Londra. Nel 1889 divorzia e si trasferisce a Parigi, dove rimarrà per ben 26 anni. Si unisce ai postimpressionisti, incontra lo scrittore Emile Zola e il collezionista Henri Rouart, e inizia una duratura amicizia con lo scultore Auguste Rodin. Nel 1896 espone con i Preraffaeliti alle Goupil Galleries, Londra. |
Nel 1900, in
occasione dell'Exposition Universelle conosce Etha Fles, che diverrà
sua sostenitrice e lo aiuterà anche nella promozione della sua opera.
Negli anni seguenti espone a Berline e a Lipsia (1902), alla Secessione
di Vienna (1903), al Salon d’Automne di Parigi (1904), e a Londra
(1906). Ottiene inoltre il favore della critica, con Julius Meier-Graefe
e Ardengo Soffici, e grazie all'incoraggiamento soprattutto di
quest'ultimo ha modo di essere ammesso all'internazionale di Belli Arti
(1911), a Roma, e alla Biennale di Venezia (1914). Terminata la Grande
guerra, ottiene invece il supporto di Margherita Sarfatti, che lo invita
a partecipare alla "Prima mostra del Novecento italiano", a Milano
(1926). Nello stesso anno la sua opera, tenuta in grande considerazione
dai futuristi, è esposta a New York. Rosso muore il 31 marzo 1928 a
Milano.
Rosso affermava che «Niente è materiale nello spazio... noi non
siamo che scherzi di luce»: le sue immagini hanno il fascino di
improvvise e fuggevoli apparizioni dal delicatissimo e sensibile
modellato le cui superfici palpitano lievemente come intrise d'aria
oppure lasciate allo stato di abbozzo (anche se abbozzi non sono, tanta
era la cura con cui lo scultore ne studiava gli effetti) si rivelano
soltanto da determinati punti di vista e in particolari condizioni di
illuminazione. Affermò inoltre «quello che importa in arte è far
dimenticare la materia», e infatti questo scopo è raggiunto nelle sue
opere spesso modellate in cera, una materia così tenera e traslucida che
si presta a fermare anche l'impressione più fuggevole come i capolavori Bimbo malato. |
Segui l'artista su: Sito internet del Museo Medardo Rosso |
Contributi video:
Rai Scuola: Medardo Rosso:lo scultore della luce
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