Salvatore Sava
Surbo (LE) 1966
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Riflessione barocca, 2006
ferro, cm 89 x 80 x 139
Donazione S. Sava, Surbo (LE)
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Natività, 2008
pietra leccese, di trani, soleto
cm 23 x 22 x 10
Donazione S. Sava, Surbo (LE)
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Albero di Natale, 2012
ferro, acciaio inox, pietra leccese
cm 238 x 78
Donazione S. Sava, Surbo (LE)
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Salvatore Sava è nato il 13 giugno 1966 a Surbo (Le), dove vive e lavora.
Si è diplomato presso il Liceo Artistico di Lecce; l’Istituto d’Arte di Roma e quindi in Pittura nell’Accademia di Belle Arti di Lecce, dove insegna dal 1990, prima Tecniche dell’Incisione,
poi Anatomia Artistica ed attualmente Scultura. Dal 1983 espone regolarmente le sue opere in prestigiose mostre collettive e personali ed è presente in collezioni pubbliche e private. Nel 2005 partecipa alla XIV Quadriennale d’ Arte di Roma, presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna. Nel 2006 vince il Premio Internazionale di Scultura Terzo Millennio, presso Terra Moretti a Erbusco (BS), nel 2008 vince il Premio Mastroianni, nell’ambito della sesta Biennale Internazionale di Scultura della Regione Piemonte, a Torino, nel 2010 da aprile a giugno espone al Castello Sforzesco di Milano oltre cinquanta sculture nell’ambito della grande mostra dedicata a Gualtiero Marchesi.
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Sempre
nel 2010 è invitato da Luciano Caramel, alla XIV Biennale d’Arte Sacra
Contemporanea, presso il Santuario di San Gabriele – Isola del Gran
Sasso (TE), Museo Stauròs d’Arte Sacra Contemporanea. Nel
2011, Espone nel Duomo di Orvieto un grande presepe in pietra ed una
serie di disegni, a cura di Giuseppe Appella; E’ invitato al premio
Internazionale Lìmen Arte (Vibo Valentia), a cura di Giorgio Di Genova,
partecipa alla 54ª Biennale di Venezia, a cura di Vittorio Sgarbi.
Sin dagli esordi artistici Salvatore Sava ha palesato il carattere
pregnante la sua poetica: lo stretto dialogo tra i valori
dell'ambiente, i suoi benefici essenziali per l'uomo e le manipolazioni
artistiche in cui focalizza aspetti della natura, che gli è familiare
per appartenenza al mondo contadino, che mai ha abbandonato o rinnegato
pur dedicandosi all'arte e al suo insegnamento. Per questo suo
radicamento il modus operandi di Sava all'interno del sistema dell'arte è
riuscito a mantenere, nel corso degli anni, autentica e integra la sua
cifra stilistica, percorrendo fino in fondo, nell’utilizzo dei materiali
scelti, nei media e nei temi affrontati, l'opzione che la natura nella
sua varietà infinita fosse alla base di ogni sua opera. La sua
esperienza estetica e non di meno affettiva si sostanzia, dunque, nel
rapporto stretto con la civiltà contadina e il suo operare,
esemplificando la peculiare vicenda quotidiana attraverso elaborazioni
in cui emergono fortemente la terra, i suoi frutti millenari, il lavoro
faticoso e costante, paragonabile a quello dello scultore. In tal senso
non mancano i precedenti, per lo più nell'alveo del concettuale, la land
art o la earth art dove tuttavia i gesti e le azioni erano tese a
modificare la natura. All'opposto, in ogni creazione Salvatore Sava
rivendica il proprio legame e al contempo fa suoi gli statuti propri
dell'arte con opere a cui conferisce equilibrio, struttura formale,
ritmo e, nelle larghe stesure di colore e nei solchi incisi, quella luce
che è tutta mediterranea.
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