Mauro Staccioli
Volterra (PI) 1937
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Anello, 1995
ferro e cemento, Ø cm 100
Donazione M. Staccioli, Milano
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Mauro Staccioli nasce nel 1937 a Volterra e si diploma nel locale Istituto d’Arte nel 1954. Nel 1960 si trasferisce in Sardegna dove intraprende l’attività di insegnamento nella provincia di Cagliari e fonda, insieme a giovani artisti e intellettuali sardi, il Gruppo di Iniziativa. Nel 1963 si sposta prima a Lodi e successivamente a Milano; assumerà l’incarico di direttore del Liceo Artistico di Brera nel 1974/75 e 1978/79 e successivamente del Liceo Artistico Statale di Lovere (BG). Gli inizi della sua attività artistica sono saldamente intrecciati all’esperienza didattica e a quella di intellettuale e politico militante.
Dopo un primo periodo in cui sperimenta la pittura e l’incisione, dalla fine degli anni Sessanta si dedica alla scultura, concentrandosi sul rapporto tra arte e società e sviluppando l’idea di una scultura che si pone in stretta relazione con il luogo - inteso nella sua concezione sia fisica che sociale - nel quale e per il quale è stata realizzata. Elabora quindi “sculture-intervento” che si pongono in profonda relazione con gli spazi nei quali vengono collocate.
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L’artista
sceglie fin da principio un linguaggio caratterizzato da una geometria
essenziale e dall’uso di materiali semplici come il cemento e il ferro. È
nel 1972 che Staccioli matura l’idea di organizzare una serie di
“sculture-intervento” nella città di Volterra; la mostra Sculture in
città segna così una svolta aprendo agli spazi urbani quel che fino ad
allora era relegato solo negli spazi chiusi di gallerie e musei.
Staccioli ricerca e genera una “scultura-segno” che nasce dall’attenta
osservazione di uno spazio e che dialoga con esso sottolineandone le
caratteristiche e alterandone la consueta percezione, suscitando domande
e possibili risposte. Dalla mostra del 1972 prende corpo la
manifestazione Volterra ’73 curata da Enrico Crispolti che apre la
strada a questo nuovo modo di intendere la scultura e che per Staccioli
trova completa espressione nella mostra Lettura di un ambiente -
realizzata a Vigevano nel 1977 - un titolo che diventa metodo.
Dopo una serie di mostre organizzate in gallerie e spazi milanesi
(Studio Sant’Andrea, Studio Marconi, Galleria Bocchi) arriva l’invito
alle Biennali di Venezia del 1976 e del 1978, anno in cui realizza il
celebre Muro, una parete di cemento di 8 metri che ostruisce la visuale
del viale d’accesso al Padiglione Italia, ponendosi quale segno critico e
provocatorio.
Del 1981 è l’intenso intervento allo Studio Mercato del Sale di
Milano, dove uno squarcio lungo il pavimento provoca il visitatore a
riflettere e a partecipare attivamente attraversando l’opera stessa. Realizza numerose opere pubbliche e riscuote una crescente
attenzione all'estero (Germania, Gran Bretagna, Israele, Francia). In questi anni il linguaggio dell’artista perde la durezza e
l’aggressività che lo caratterizzavano, e che rifletteva l’aspro e
violento clima politico degli “anni di piombo”, per sfidare apertamente
lo spazio sovvertendone gli equilibri statici e dimensionali, generando
effetti di straniamento nell’osservatore, come la forma in equilibrio
sulla scalinata della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
del 1981, o il grande plinto sospeso sulla scalinata della University
Gallery di Amherst in Massachussetts nel 1984, realizzato in occasione
della sua prima personale negli Stati Uniti. Il confronto con
l’architettura e l’ambiente urbano trova nuove soluzioni nella genesi
dei grandi archi rovesciati realizzati all’interno della Rotonda della
Besana a Milano (1987), davanti al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi
Pecci di Prato (1988) su invito di Amnon Barzel e nel piazzale
principale del Parco Olimpico di Seul (1988) su invito di Pierre
Restany. Negli anni Novanta l’artista continua a sperimentare nuove forme:
anelli che mettono in risalto il paesaggio.
Nel 2009 a Volterra si apre la mostra Mauro Staccioli. Volterra
1972-2009 - Luoghi d'esperienza che, oltre a proporre una selezione di
disegni, piccole sculture e fotografie presentate in alcuni spazi
espositivi della città, ha visto la realizzazione di ben 19 grandiose
sculture ambientali che, interessando non solo la città di Volterra ma
tutto il suo territorio, sottolineano un paesaggio in cui storia,
cultura e lavoro umano si intrecciano nell'opera dell’artista. Molte
delle opere ambientali ideate per l'occasione sono tuttora installate e
si sono trasformate in un vero e proprio percorso di sculture al’aperto.
Nel 2011, in
occasione del riordino e della riapertura delle sue sale espositive, la
Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma acquisisce e installa una
nuova opera di Staccioli - un anello di 10 metri di diametro - davanti
alla sua celebre scalinata d’ingresso. Il 2012 si apre con la
collocazione dell’opera Cerchio imperfetto nel giardino interno
dell’Università Bocconi di Milano. In febbraio la Galleria Il Ponte di
Firenze e la Galleria Niccoli di Parma inaugurano due mostre che
rileggono i primi quindici anni di lavoro dell’artista, pubblicando il
volume Mauro Staccioli. Gli anni di cemento 1968-1982, un articolato
catalogo delle sue opere in cemento degli anni '70, frutto di una
ricostruzione filologica, svolta insieme all'artista. Alla fine dello
stesso anno una personale alla Galleria Invernizzi di Milano esplora
nuove prospettive di ricerca che trovano piena espressione nella
partecipazione alla Biennale di Scultura di Racconigi nel 2013.
Staccioli è membro dell’Académie Royale des sciences, des lettres et
des beaux-arts de Belgique e Accademico Nazionale dell'Accademia di San
Luca.
Vive e lavora a Milano e Volterra.
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Segui l'artista su: Sito internet di Mauro Staccioli |
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