Maria Lai
Ulassai (OG) 1919 - Cardedu (NU) 2013
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Sa domo de su dolo, 2002
terracotta, cm 35 x 40 x40
Donazione M. Lai, Cardedu (NU)
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Cuore mio, 2002
tempera e terracotta, cm 105 x 74
Donazione M. Lai, Cardedu (NU)
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La Torre, 1971 – 2002
telaio, cm 271 x 183
Donazione M. Lai, Cardedu (NU)
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Cancelli "Tessere la notte", 2014
realizzati su un disegno di Maria Lai
dalla fiaba
“Il pastorello mattiniero con capretta”
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La scultrice sarda Maria Lai, riprendendo la lezione di Arturo Martini, sotto la cui guida severa si è formata, ritiene che «la scultura, deve diventare come pane che lievita» e quindi nel tempo vive e dal tempo riceve nutrimento. È lo sguardo che rilegge e reinterpreta le antiche leggende popolari trasformandole in occasioni per riflettere sulla condizione dell'uomo e la relazione con l'arte. A questo proposito è l’artista stessa che sottolinea come il procedimento di creazione artistica «nasce sempre nel segno del buio, del caos, delle inquietudini».
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Il
linguaggio dell’artista sarda cambia secondo spostamenti che tengono
conto dello stadio precedente e si stratificano secondo un andare a
venire governato da una visione non lineare del tempo, molto più simile
all’andare e venire dei ricordi, al tempo annodato ed irregolare della memoria.
Nonostante il
lavoro della Lai sia oggi largamente conosciuto nello scenario artistico
italiano e non solo, non c’è dubbio che la sua è la storia di
un’artista che ha proceduto in grande autonomia e spesso in solitario,
sempre concentrata sul proprio lavoro e refrattaria a dedicare tempo ed
energie alla diffusione/promozione della sua opera.
«Giocavo con grande serietà, a un certo punto i miei giochi li hanno chiamati arte». Maria Lai
Segui l'artista su: Sito internet Stazione dell'arte: Museo di Maria Lai
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