SALA 8
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In questa piccola saletta ci accoglie uno dei lavori “lirici” di Gregorio Botta (Napoli, 1953): A che punto è la notte (2011). Le installazioni dell’artista romano sono spesso opere vive, attivate da meccanismi che mettono in movimento materiali primordiali, in questo caso ferro, vetro e acqua, racchiusi da forme essenziali.
Lo spettatore viene condotto in una dimensione contemplativa e rarefatta dell’esistenza.
Inserire la forma plastica nello spazio senza mai rinunciare alla sua mobilità caratterizzano sia Scultura (1979) di Aldo Galli (Como, 1906 - Lugano, CH, 1981) che Per Alina e Vanni (1982) di Gianni Colombo (Milano, 1937 - 1993).
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Aldo Galli figura tra i primi rappresentanti dell’astrattismo italiano: è, infatti, tra i membri del cosiddetto Gruppo Como, la cui ricerca, prendendo spunto dal geometrismo di Giuseppe Terragni, indaga il rapporto tra pittura non figurativa e architettura. È un astrattismo tendenzialmente bidimensionale quello di Galli, il quale sperimenta, negli anni, diverse tecniche, dall’olio all’acquarello, dall’encausto alla tempera fino al vetro, componendo opere in cui forme geometriche e prospettive ben calibrate si accendono di colori intensi e definiti.
L’astrattismo è il movimento d’esordio anche di Gianni Colombo, il quale, nel 1959, insieme a Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gabriele De Vecchi e Grazia Varisco, darà vita al Gruppo T.
Fine del gruppo è quello di “abolire ogni frontiera statica tra pittura, scultura e architettura” e concentrarsi sulla tematica spazio-tempo nell’opera. La ricerca di Colombo si concentra, in particolare sul superamento della concezione classica di opera d’arte e sulla interazione della stessa con lo spettatore. Nascono così installazioni in cui l’artista crea giochi di luce attraverso plexiglas o forme e movimenti virtuali apparenti tramite strutture a movimento rapido o relazioni successive tra forme geometriche.
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